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Stemma della regina Maria d’Ungheria

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Stemma del re Carlo II d’Angiò

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Gerarchie angeliche

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Crocifissione

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Crocifissione

Abside

Chiesa di Santa Maria di Donnaregina Vecchia

La morte aveva colto la regina il 25 marzo del 1323 e della sua sepoltura se ne occupò, a partire dall’anno successivo, Tino di Camaino che, stipendiato dalla corte, aveva avuto l’incarico di formare una bottega di maestri scultori insieme all’architetto Gagliardo Primario. Nel sepolcro si legge una precisa volontà di manifestare senza un’estrema ostentazione ma con grande dignità e orgoglio, non tanto un ritratto della regina, morta piuttosto anziana, ma ciò che ella aveva rappresentato come personaggio, attraverso i simboli del suo potere di ascendenza divina. Seminascosta dalle cortine tenute dagli angeli, in una sorta di pudore, emana ancora una rilevante autorevolezza. Accanto al suo corpo disteso sul sepolcro due diaconi portano l’aspersorio e il turibolo per darle l’estrema unzione.
E ancora la si può vedere, dietro i pizzi gotici che decorano l’arco ogivale, inginocchiata con umiltà decorosa e il saio francescano davanti alla Madonna per offrirle insieme agli angeli, la chiesa e la sua corona.
La tomba è certamente il vero prototipo delle tombe angioine con tabernacolo gotico a parete, sarcofago retto da virtù cariatidi, arca scolpita con figura distesa dietro cortine aperte da angeli e Madonna o Cristo benedicente a cui la figura defunta viene presentata, formula che si riscontra da quel momento anche in tanti altri monumenti dei nobili di tutto il regno.