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Giovan Domenico Vinaccia
(Massalubrense 1625-Napoli 1695)

Santa Candida di Napoli

Argento a sbalzo con parti a fusione;
cm 85 x 80 x 75
Iscrizioni: sul retro della base di entrambe, “INNICUS/ TIT. S. CLEMENTIS PRESB. CARD. CARACCIOLUS ARCH. NEAP./ EX DEVO S.S. F.F. AN. S./ MDCLXXXI”
(sul San Massimo parzialmente mutila)
Prov.: Napoli, Cattedrale

I due busti raffigurano il decimo vescovo di Napoli e la prima donna cristiana della città (Patrona di Napoli dal 1699). Massimo sedette sulla cattedra episcopale sotto l’imperatore Costanzo; condannato per la dife­­sa dell’ortodossia nicena ed esiliato, tornò al tempo di Giuliano l’Apostata e gli fu riconosciuta la palma del martirio. Nel 1882, nell’altare d’una cappella laterale del Duomo, fu rinvenuto un sarcofago del IV secolo con le sue spoglie. Santa Candida fu guarita e battezzata da San Pietro al suo arrivo a Napoli, mentre era diretto a Roma. Durante il soggiorno la donna accompagnò l’Apostolo da un suo parente, Aspreno, infermo da vent’anni. Battezzato e guarito, sarebbe divenuto il primo vescovo partenopeo..