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Scultore napoletano
(prima metà secolo XVII)

Santa Lucia

Legno intagliato; cm 76 x 55
Prov.: Napoli, chiesa di Sant’Agostino della Zecca

La storia personale di questa giovinetta siracusana ha una svolta decisiva dopo la vendetta di un giovane rifiutato, che aveva abbandonato per seguire Gesù e dedicarsi a poveri e bisognosi. Lucia, vittima della delazione dello sposo promesso (siamo al tempo di Diocleziano e delle sue persecuzioni anticristiane), per dimostrare di non temere nulla, martirio compreso (qui raffigurato dalla palma che regge nella mano), gli invia i suoi occhi strappati. Le storie che la riguardano aggiungono anche che, dinanzi a quel gesto eroico così estremo, un angelo le avesse rimesso gli occhi dentro le orbite. Umiliata, torturata, decapitata, esortò fino all’ultimo i fedeli a restar fermi e impavidi nella vera fede. E mentre è considerata patrona di ciechi e oculisti (invocata nelle oftalmie e nelle emorragie), grazie al suo magnifico esempio, Dante la cita come radioso emblema della Grazia illuminante.